Chiedersi se la televisione sia in grado di cambiare i comportamenti sessuali di un popolo è questione complessa, molto vicina al domandarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina, tanti e tali sono i rimandi biunivoci che il mezzo televisivo impone a chi ne fruisce, e viceversa. Iniziando il lavoro per “Sex Story”, Cristina Comencini e Roberto Moroni avevano ben presente che un’idea preconcetta li avrebbe inevitabilmente marchiati in un senso o nell’altro. Si sono quindi imposti di procedere privilegiando il metodo investigativo, niente tesi, solo indagine, per arrivare a una conclusione solo con quello che avrebbero trovato.
A cura di
Margherita Bordino
Marco Cappellesso
Giulio Riservato